I corsi e le escursioni guidate che proponiamo sono esclusivamente in kayak da mare. Non è una scelta a caso!
Il kayak da mare rispetto alla canoa sit on top può affrontare mari freddi ed agitati, e, a parità di altre caratteristiche, è più stabile e più veloce. Vediamo perchè cominciando con qualche definizione e con un breve excursus storico.
La canoa
Col termine CANOA intendiamo indicare una imbarcazione longilinea spinta da un uomo rivolto verso la prua per mezzo di una pagaia.
La pagaia
La pagaia è quel particolare tipo di remo, a una oppure a due pale, che viene impugnato dall’uomo e non è infulcrato sullo scafo.
Le canoe che conosciamo oggi sono discendenti dirette delle imbarcazioni primitive che nei secoli, anzi, nei millenni, sono state utilizzate dalle popolazioni in tutti e cinque i continenti.
Possiamo individuare tre principali tipologie di canoe:
- La canoa polinesiana, concepita per affrontare le onde oceaniche
- La canoa canadese, concepita per spostarsi su acque calme
- Il kayak inuit, concepito per navigare nei mari freddi.
Differenza tra canoa e kayak
Kayak è il vocabolo di origine Inuit che definisce l’imbarcazione usata nel continente artico per gli spostamenti e la caccia. Ha 4000 anni ed è la più antica imbarcazione mai costruita dall’uomo. Esso ha una caratteristica unica, che lo distingue da tutte le altre tipologie di canoe: ha il ponte (superficie superiore) chiuso. Ciò lo rende stagno, cioè impermeabile all’acqua, quindi alle onde ed agli spruzzi.
Tutte le altre tipologie di canoa invece sono aperte, permettendo così alle onde e agli spruzzi di entrare.
La differenza è dovuta principalmente alla diversa latitudine dei luoghi dove queste imbarcazioni hanno avuto origine. Il kayak, l’unico ad aver avuto origine nel continente artico, ha dovuto fare i conti sin dall’inizio con una temperatura dell’acqua anche inferiore a 0°C.
Una temperatura così bassa avrebbe rappresentato per il pagaiatore, nel caso di caduta in acqua, morte certa per ipotermia nel giro di qualche minuto. Gli Inuit non avevano infatti le mute stagne che abbiamo oggi per impedire il contatto con l’acqua e la rapida dispersione del calore corporeo. Quindi in caso di caduta il pagaiatore Inuit doveva poter tornare in superficie nel giro di pochi secondi. Per far questo il kayak, dopo un capovolgimento, non doveva riempirsi d’acqua, e il pagaiatore, mantenendo la stessa posizione “emersa” anche sott’acqua, doveva essere in grado di effettuare una manovra per ripristinare il normale assetto di navigazione. Gli antichi progettisti del kayak pensarono quindi ad una imbarcazione completamente chiusa, che permettesse di mantenere il contatto tra scafo e pagaiatore anche in caso di capovolgimento e misero a punto diversi movimenti, da eseguirsi con o senza pagaia, per riportare in assetto il kayak. Le cosiddette manovre di Eskimo o Roll.
Con mare calmo e temperature miti dell’acqua le canoe sono ottime imbarcazioni per le escursioni sotto costa. Quando però mare e vento superano una certa intensità e possono far entrare acqua all’interno della canoa, nasce il problema del possibile capovolgimento dell’imbarcazione e del tempo a disposizione del pagaiatore per svuotare lo scafo pieno d’acqua e ritornare sulla canoa.
La canoa Sit On Top
Le moderne canoe del tipo sit on top hanno un fondo doppio con fori passanti per permettere l’autosvuotamento dello scafo.
L’operazione richiede però svariati minuti per completarsi, durante i quali la canoa rimarrà semi-immersa in acqua e sarà più soggetta quindi all’ingresso delle onde all’interno dello scafo e ad un ulteriore ribaltamento.
CAPACITA’ DI NAVIGAZIONE
canoa sit on top vs kayak da mare
Se in acque calde e non troppo mosse, il problema dello svuotamento e del ripristino dell’assetto della canoa è solo parzialmente risolto, in acque fredde e agitate il problema sussiste irrisolto, lasciando la navigazione in sicurezza appannaggio esclusivo dell’imbarcazione Inuit.
STABILTA’
canoa sit on top vs kayak da mare
Senza entrare in inutili dettagli tecnici come la suddivisione della stabilità in primaria e secondaria, possiamo affermare senza ombra di dubbio che una imbarcazione è più stabile in acqua se, a parità di altri parametri, ha il baricentro più basso. La presenza dei fori autosvuotanti nelle canoe sit on top fa sì che il livello dell’acqua all’interno dello scafo sia uguale a quello esterno. Un assetto troppo basso in acqua rischierebbe di mantenere il fondo schiena del pagaiatore perennemente a bagno. Lo stesso problema non si ha nei kayak dove i fori autosvuotanti non esistono e si può benissimo avere la seduta sotto il pelo libero dell’acqua, rimanendo asciutti. Il kayak è quindi, a parità di altri parametri, più basso in acqua e quindi più stabile di una canoa sit on top.
VELOCITA’
canoa sit on top vs kayak da mare
Il coefficiente idrodinamico di uno scafo è funzione di molti parametri. Prima di tutto la forma. Più la forma è allungata, più lo scafo è lungo e stretto, più è veloce. Possiamo creare scafi lunghi e stretti fino al punto in cui l’equilibrio diventa così precario che l’imbarcazione risulta instabile per chiunque, anche l’atleta più allenato. Pensiamo ad un tronco di legno lungo 10m e stretto 30cm: nessuno potrebbe utilizzarlo per la navigazione più di mezzo secondo, tempo massimo prima di ribaltarsi.
A parità di altri parametri quindi, possiamo esasperare la forma con rapporti lunghezza/larghezza sempre più spinti fino a quando non ci scontreremo con l’instabilità del mezzo. Scafi intrinsecamente più stabili possono essere “allungati” maggiormente. Uno scafo più immerso in acqua e perciò più stabile come quello del kayak può essere spinto verso rapporti lunghezza/larghezza impensabili per una canoa sit on top. E’ per questo motivo che le gare di velocità su acqua piatta si fanno sui kayak e non sulle canoe sit on top.
Il kayak è quindi, a parità di altri parametri, più veloce di una canoa sit on top.